Il cantiere di Berto
Il romanzo del ponte di Genova scritto dal figlio del suo architetto, Renzo Piano La storia dopo il crollo, della gente che viveva lì sotto. Ma soprattutto l’epico racconto del cantiere per il nuovo ponte che ha mostrato a tutti l’Italia migliore «Renzo Piano ha progettato il ponte Genova San Giorgio, il figlio Carlo lo ha trasformato in un romanzo» - Stefano Rissetto, Primo CanaleUna corsa contro il tempo per ricostruire il ponte crollato, un amore che si affaccia quando i capelli stingono nel bianco, un cane che non ha nome. La vita di Berto, professione geometra, enigmista per passione, sta per cambiare. Questo, almeno, lui spera. Sono i mesi frenetici del grande cantiere sul Polcevera. Tra i mille operai di questo cantiere, di questo luogo magico sospeso tra dolore e speranza, ci lavora anche lui: Berto fa il caposquadra e non è un mestiere comodo. I riflettori sono puntati su Genova, potenti d’ogni sorta si mostrano in passerella, la gente si assiepa davanti al recinto per seguire la rinascita del viadotto. C’è bisogno di riscatto: c’è una ferita da curare, quella della fiducia smarrita nella tragedia. Che ne sarà del suo ponte? Lo accudiranno gli stessi che hanno lasciato andare in malora il suo predecessore? Il nuovo ponte cresce sano e forte, riempiendo il vuoto che rende orfano il cielo sopra il quartiere di Certosa. Cresce come il figlio che Berto avrebbe desiderato. I politici smaniano per tagliare il nastro, la magistratura indaga sulle colpe del disastro, i parenti delle vittime invocano giustizia, la società che aveva in gestione il vecchio viadotto resiste agli assalti affidandosi a legioni d’avvocati. Il governo tentenna sulle decisioni da prendere e la gente di Certosa si scopre smarrita. Berto sente sfuggire le ultime occasioni della vita, e sa che non torneranno indietro. Ci vuole coraggio a decidere. E lui deve trovarlo per evitare lo scempio: del ponte, dell’amore ritrovato e della sua vita stessa.