L' appeso di Conakry
Dall’autore dell’Uomo dei sogni e del Collare rosso, un giallo frizzante alla Graham Greene, tra atmosfere tropicali e intrighi internazionali. «Rufin conosce di prima mano le cose che racconta. E soprattutto, è in grado d'immergere la trama in un'atmosfera africana» - Internazionale Com'è possibile che Aurel Timescu, con il suo accento rumeno e la sua aria da anni Trenta, sia Console di Francia? Eppure è così, anche se nella diplomazia transalpina ricopre ruoli subalterni e viene assegnato a incarichi di second'ordine. Questa volta è in piena Africa, più precisamente in Guinea, lui che odia il caldo. Prova a resistere, suda, di notte beve Tocai e suona il piano. Fino al giorno in cui avviene finalmente l'unica cosa che può ancora appassionarlo: un delitto senza spiegazione apparente. Viene ritrovato un ricco turista bianco appeso all'albero maestro del suo yacht. Morto. La polizia locale e le autorità diplomatiche francesi brancolano nel buio. Ma Aurel, lo strano Console, avvia la sua indagine personale. Vestito con il suo cappottone invernale nonostante i quaranta gradi all'ombra, ispirato dalle sue notti di alcol e di musica, si lancia senza paura in un'avventura che lo porterà dai bassifondi africani alle vette della finanza internazionale.