Un sussurro d'alba
"Leggendo i versi glabri e maturi di Innocenzi, dove l'esiguità dei segni grafici non è individuabile assolutamente in una mancanza di concetti, entriamo direttamente nel mondo del poeta, immerso nella natura indisturbata delle valli, della campagna marchigiana dove abita. Il poeta ha eretto il suo luogo ancestrale quale culla e ristoro, quale museo e focolare; esso è uno spazio dove il ricordo del passato si è concretizzato, dove i sentieri del parco parlano con voci distinte, che sono quelle delle persone che, in età ormai passate, li hanno frequentati. Si ritrovano, in queste liriche così asciutte e perfette, aspetti che denudano un autobiografismo diretto, con i carichi dolorosi di reminiscenze, di silenzi che si fanno preponderanti. Si percepisce un andamento lirico teso al canto d'amore permeato dagli effluvi naturalistici in cui il panteismo, continuo e sorgivo, è liquido travaso emozionale, alla maniera dei lirici inglesi: uno scambio mutuo e partecipe dell'io nel suo contesto affrancato dal caos e dalle tribolazioni della vita pratica dell'uomo". (Lorenzo Spurio)
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