Vite scartate. In ogni solitudine può nascondersi una personale apocalisse
Roma, 1993. Olga Forster versa in uno stato di smarrimento profondo. Intraprende un percorso di psicoterapia per difendersi dai fantasmi allucinatori che attentano alla vita della figlia adottiva Sonia. Sullo sfondo gli eventi storico-politici dell'era atomica, iniziata con il bombardamento di Hiroshima. L'esplosione nucleare della centrale ucraina Vladimir Ilyich Lenin nell'aprile di trentatré anni fa, il cosiddetto incidente di Chernobyl, si pone come eco di quel primo crimine e sopravvive nello spettro del terrorismo nucleare che incombe sul destino dell'umanità. Questo spiegherebbe le aspettative catastrofiche che la paziente esprime. L'analista, però, non si lascia fuorviare; l'intuito gli dice che l'odore della morte proviene dal profondo e lo cerca nelle trame della famiglia di origine di Olga. Nel capitolo conclusivo, dopo quattro mesi di colloqui, si assiste a un singolare forum virtuale in cui vanno in scena le verità sottese nel romanzo. Le dinamiche che si scatenano nel gruppo riservano al lettore qualche sorpresa.
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