Le stanze interiori
"Un diario sussultorio e desultorio dell'esserci è quest'opera, Le stanze interiori, di Tiziana Antonilli. È la nostra condizione esistenziale che qui viene raffigurata. È come se una maledizione avesse tolto la gravità da sotto al tavolo del mondo, così che gli oggetti e gli esseri umani galleggiano sul mare dell'inessenza, sbattuti di qua e di là, senza tempo e senza spazio, in una dimensione sottile come la pellicola di un film. E il burattinaio sovrano è un dio distratto che gioca con i fili di un teatro dei pupi. La Antonilli scrive una poesia di «resistenza», una volta si diceva di opposizione, termine ormai diventato obsoleto... dicevo di una poesia di «resistenza» che ha il suo baricentro nella posizione etica più che in quella estetica, è questa l'opzione della poetessa di Campobasso, in favore delle «stanze interiori» e contro il commercio del valore di scambio, anche riguardo a quella poesia dello scambio monetario oggi in auge. Penso anch'io che una poesia veramente adulta debba occuparsi delle «stanze interiori» dei vivi-morti quali noi siamo diventati." (Dalla prefazione di Giorgio Linguaglossa)
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