Il fantasma di Lacan

Il fantasma di Lacan

"Nella poesia di Mariella Colonna Filippone si verifica lo spostamento del baricentro narrativo, dal tempo cronologico (fondato sul presente, sull''hic et nunc', assunto come unica realtà), ai tempi simultanei e compossibili. Si tratta di una scelta non da poco, per un duplice motivo. In primo luogo, per l'intrinseca labilità che sembra avere questa dimensione compossibile del presente. La pratica poetica della poetessa «confonde» personaggi reali con i personaggi delle loro poesie (Evelyn, Miss Swedenborg, il 'corvo', Marilyn, etc.), addirittura con certe situazioni che si trovano in altre poesie, fino a generare un senso di comunanza, fratellanza e anche di coappartenenza; la poesia prende tutto da tutti. È d'obbligo sottolineare l'aspetto scenico della poesia colonniana, la sua natura squisitamente letteraria dove il soggetto si ritrova come osservatore e autore al contempo di quella che può a tutti gli effetti essere definita la narrazione della sua mancanza, del suo venir meno: il Fantasma. Il Fantasma è, infatti, una entità frastica che rappresenta lacanianamente il limite del simbolico." (Giorgio Linguaglossa)
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