Sauro assolato
Dopo un lungo operoso fermo biologico, Nicola riprende il filo del ricordo, maturando il suo essere poeta. Riconnette, ancora, il filo dei ricordi, la memoria delle origini e del nuovo, appropriandosi dell'intero mondo che la nascita ci assegna. Si avvolge di natura, orme di uomini, ricordi. Rischia la fatica della poesia, delle parole. Liofilizza tempi e ritmi; scrivere è togliere parole dalla folla di pensieri e sensazioni, anche mentre leggi sfortunati poeti russi. Usa il dialetto come spada per scavare immagini. Spolpa stempiate nostalgie. Annega, spesso, nell'intatto silenzio. Indovina sagome, con il lapis dell'immaginazione. Come sempre, comporre dipende dalla luce. L'inverno che gela i vetri. Lo spignattare pingue di una signora che fuoriesce, fragoroso, da una finestra. Una vanga che apre una ferita sulla creta del Sauro assolato, che ricopre con terra appena smossa.
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