Con gli occhi della mente
Nelle parole di Kant, la facoltà rimemorativa e quella di previsione servono «a legare in una esperienza coerente ciò che non è più con ciò che non è ancora per mezzo di ciò che è presente». La memoria, questa particolare forma che racchiude il senso della durata e della continuità, fornisce stabilità, permanenza e coerenza all'identità: «Centrata sull'autocoscienza, la memoria pone l'identità come integrazione del sé». Dunque, la memoria è decisiva per il nostro senso d'identità poiché ricordare il passato ci permette di confermare ciò che siamo: quello che "io sono" si fonda su, e deriva sempre da, quello che "io sono stato", ragion per cui «in un certo senso un individuo non ha una storia, ma è una storia».
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