D'estate andavamo a Iosi
"D'estate andavamo a Iosi" è il seguito ideale di "Katuso", pubblicato l'anno scorso con lo stesso editore. Non è un seguito nei personaggi e nei luoghi, è un seguito di vita, quasi "storico". In Katuso un gruppo di giovani vitelloni di paese, cacciati dal tempo, erano stati costretti a lasciare le loro stravaganze e ad emigrare, perentoriamente richiamati dalla vita. Ma la storia di questi ex vitelloni non è finita qui. Ogni estate, in altre forme e con altri nomi, ma con lo stesso destino, tornavano per passare la villeggiatura nella celebre e rinomata stazione estiva del loro paese. E si portavano appresso i figli, ragazzi e ragazze giovanissimi, che per passare senza eccessivi traumi quel periodo incomprensibile, finivano col fare comunella, con l'aiuto di coetanei del luogo. Siamo in pieni anni Sessanta. Ma per scoprire quanto siano stati "mitici", per loro o almeno per una rappresentanza di loro, dovranno passare cinquant'anni. Calipso e Giorgio hanno lasciato un conto aperto, un conto d'amore incredibilmente sopravvissuto.
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