Stato canaglia. Droga, armi, operazioni clandestine: gli affari sporchi dei servizi segreti italiani e stranieri
Il traffico di droga è un affare troppo grosso. Ci sono troppi soldi in ballo, troppi scambi internazionali, troppi interessi, troppi incroci con altri mercati sommersi,i n primo luogo quello delle armi. Troppi sono, inevitabilmente, gli attori coinvolti. E non sono solo folkloristici narcos nascosti nella giungla e mafiosi con la coppola e la lupara. In questa inchiesta coraggiosa e sconvolgente, Marco Birolini indaga sugli aspetti più torbidi del moderno «grande gioco». Lo fa attraverso un approfonditissimo lavoro di ricerca che ripercorre la documentazione prodotta negli ultimi decenni da magistrati e commissioni parlamentari, decenni in cui il nostro paese, e la Sicilia in particolare, si è trovato al centro del commercio mondiale di stupefacenti. Lo fa andando in prima persona a intervistare le fonti più disparate. Lo fa, soprattutto, unificando con grande acume investigativo e chiarezza espositiva le varie piste, per tracciare un inquietante quadro d'insieme, in cui tante vicende «misteriose» della storia italiana recente (fra cui sparizioni e omicidi) trovano la loro naturale collocazione, e in cui hanno un ruolo di primo piano quegli oscuri apparati statali che, protetti dal loro essere «segreti», troppo spesso scordano di essere «servizi».