La confraternita dei giardinieri. Come un gruppo di uomini uniti dalla passione per le piante rivoluzionò la botanica e i giardini d'Europa
Un libro, a metà tra il saggio e il romanzo storico, che ripercorre l'avventura di coloro che riuscirono a plasmare con le proprie mani il "capolavoro della natura" e a penetrarne i segreti.«Andrea Wulf unisce l'eleganza nel narrare al sapere erudito, al brio e a uno stile deliziosamente leggero... Un libro incantevole, e non serve essere giardinieri per goderselo» – The New York Times Book ReviewCosa accomuna un manipolo di mercanti e giardinieri inglesi, un intraprendente agricoltore americano e il botanico svedese più famoso di tutti i tempi? Fairchild, Miller, Bartram, Collinson, Banks, Linneo: sono solo alcuni membri della "confraternita dei giardinieri" che, con ruoli, motivazioni e interessi diversi, nel corso del Settecento animarono una vera e propria "rivoluzione botanica", così profonda e invasiva da aver dato forma non solo ai giardini e ai parchi inglesi così come oggi possiamo ammirarli, ma perfino a un "paesaggio psicologico" di provata "britannicità", un tratto inconfondibile nei costumi e nelle propensioni di un popolo. Sullo sfondo delle grandi esplorazioni di James Cook e degli anni cruciali che portarono alla nascita degli Stati Uniti d'America, il giardino all'inglese non divenne solo il passatempo e l'ossessione per milioni di inglesi – oltre che un lucroso affare per molti di loro – ma simbolo e veicolo stesso dell'Illuminismo, espressione visiva di un Paese famoso per essere la "sede della libertà". In pochi decenni, quei pionieri riuscirono a unire orticoltura pratica, botanica sistematica ed espansione coloniale in un progetto omogeneo, rafforzando il potere imperiale di una nazione sul mondo: questo libro, a metà tra il saggio e il romanzo storico, ripercorre l'avventura di coloro che riuscirono a plasmare con le proprie mani il "capolavoro della natura" e a penetrarne i segreti.«Parallelamente all'espansione dell'impero, aumentò il numero di specie in arrivo in Gran Bretagna, offrendo ai giardinieri una scelta sempre più ampia. All'alba del diciannovesimo secolo, anche il più umile dei giardini poteva vantare fiori e cespugli esotici. La floricoltura aveva subito cambiamenti così drastici da proiettare all'avanguardia l'Inghilterra, fino a un centinaio d'anni prima assai provinciale e isolata, trasformandola nel giardino del mondo. Adesso, quando uscivo nel mio fazzoletto di terra, non vi vedevo più un caos di piante non identificabili, ma l'armonioso risultato degli sforzi pionieristici compiuti da un gruppo straordinario di uomini dedicati, che avevano trasformato i propri compatrioti in una nazione di appassionati di giardinaggio. Questa è la loro storia.»