Ammazzati amore mio
Uno dei più acclamati esordi degli ultimi anni. «Harwicz smonta i tabù sul desiderio femminile, la lealtà filiale, l’assenza di istinto materno. La sua è una scrittura che dà dipendenza» - The Guardian «Perturbante e seducente, Ammazzati amore mio ci trascina in un turbinoso viaggio di autoscoperta» - Vanity Fair «Inarrestabile, senza fronzoli, la scrittura della Harwicz ha una bellezza selvaggia […]. Un ritratto lucido e durissimo della maternità, della passione, della malattia mentale.» - Kirkus Review «Una Madame Bovary in versione heavy metal. Perché la protagonista non sogna, combatte.» - Frankfurter Allgemeine Zeitung In un angolo remoto della campagna francese una donna vive col marito, il figlio di sei mesi e la suocera da poco vedova: una vita coniugale e domestica apparentemente senza drammi; una vita normale. Ma niente inganna come la normalità. In un monologo denso e compatto, la protagonista senza nome racconta un anno e mezzo di lotta contro il demone delle costrizioni psicologiche e sociali, demolendole una ad una: maternità, amore, matrimonio, famiglia, tutti i gioghi cui una donna deve piegarsi per essere accettata. Poco importa se i vicini la chiamano strega, se il marito e la suocera si ostinano a fornirle tutto l'aiuto di cui credono abbia bisogno. La sua pazzia crescente è un eccesso di lucidità, un grido di dolore contro una vita che si ripete per schemi, un tentativo di superare il desiderio e la sopraffazione per ritrovare infine sé stessa. Il flusso di pensiero della protagonista avvolge il lettore, trascinandolo in un universo parallelo di violenze immaginarie e reali, in boschi dove una natura inquietante diventa il riflesso di un io dilaniato. Una tensione continua percorre questo libro: impossibile staccarsi dall'incantesimo di una scrittura sempre vibrante, che riesce come poche a dar conto della sofferenza e dell'alienazione.