Nato fuori legge. Storia di un'infanzia sudafricana

Nato fuori legge. Storia di un'infanzia sudafricana

«Non è affatto facile trovare un’autobiografia migliore di quella che Trevor Noah ci regala in Nato fuori legge... Un grande talento per la narrazione realistica in chiave ironica.» Oprah Winfrey «Un travolgente memoir… Triste e divertente nello stesso tempo, Nato fuori legge offre una vivida immagine della vita in Sudafrica durante l’apartheid». The New York Times «”Bastardo!” è ancora oggi l’insulto più adoperato al mondo quando si vuole umiliare una persona. Leggete la strepitosa biografia di Trevor Noah, e scoprirete che presto quell’insulto si trasformerà in un complimento. Già, perché almeno un po’ bastardi, per fortuna, lo siamo tutti. Ma nessuno finora era riuscito a raccontarlo bene come Trevor Noah». Gad Lerner «Così il razzismo non l’ha raccontato nessuno. E nessuno è stato mai così gloriosamente “fuori legge”. Una immensa storia di amore filiale». Alberto Rollo «Quella di Trevor Noah è la storia di un bambino che vuole sentirsi autorizzato a esistere, di un ragazzo che usa la lingua contro il razzismo, di un adulto che interroga il passato per amare il presente». Fabio Geda «Ci vuole l’intelligenza dolce e amara di Trevor Noah, per saper giocare su questioni di pelle come l’apartheid. Soprattutto se la tua è nera». Marco Aime Trevor è un ragazzo colored, figlio di una nera, una Xhosa, e di un pallido padre svizzero. Secondo una legge del 1927, i bianchi e i neri non posso avere rapporti sessuali in Sudafrica, almeno è stato così fino alla fine dell’apartheid. Trevor è nato solo sei anni prima che Nelson Mandela uscisse di prigione. Sua madre lo ha desiderato malgrado sapesse che avrebbe messo al mondo un “fuori legge”: è una donna che, pur essendo uno straordinario magma di contraddizioni stupendamente africane, ha l’energia, l’umorismo e la determinazione per superare qualsiasi difficoltà, miseria, segregazione, barriera. Questi sono i doni che ha trasmesso a suo figlio, cresciuto tra Johannesburg e Soweto, tra l’esser bianco e l’esser nero, ossia senza appartenere a nessuna razza in particolare e dunque con la possibilità di raccontare i meccanismi del razzismo con uno sguardo disincantato, demistificatorio, e facendo anche ridere. Ragazzino impacciato di fronte alle prime esperienze sentimentali, poi esperto di pirateria musicale e organizzatore di rumorose feste clandestine nelle townships di Johannesburg, Trevor ripercorre la sua vicenda senza alcuna retorica, sempre sul filo di un’irresistibile vena ironica che lo affranca dal ruolo di vittima e rende il suo racconto più forte di qualsiasi denuncia. Non teorizza nulla, mostra sé stesso, il “bastardo”: la sua mescolanza razziale sfida l’ingiustizia del sistema e ne mette in luce l'insostenibilità e incoerenza. Mescolarsi è la vera rivoluzione e questa storia esplosiva e “fuori legge” ne è la prova. Questa è la sua storia. L’aspettavamo da tempo.
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