I misteri della tazzina
Una riunione di redazione insolita e notturna, a "La Prealpina" di Varese. Un caporedattore (anche noto vignettista) e un redattore siedono attorno a una scrivania: al centro, un bicchierino (che tutti preferiscono chiamare tazzina) circondato dalle lettere dell'alfabeto per una seduta spiritica. I colleghi, attorno, seguono con curiosità. Nasce come un gioco, ma presto le cose si fanno serie… Un giorno si palesa persino lo spirito di Paolo VI, al quale viene chiesto chi salirà al soglio di San Pietro dopo la morte di Albino Luciani. La tazzina vibra e vacilla, sembra non trovare le lettere. Poi forma una parola che apparentemente non dice nulla. Sarà più chiara quando la tv annuncerà il nome del nuovo pontefice, il polacco Wojtyła. L'indecisione è così spiegata: tra le lettere non c'erano la W, la J e la Y, la tazzina aveva fatto ricorso alla V e per due volte alla I. È un ricordo che resta indelebile nella mente di Flavio Vanetti, all'epoca giovane collaboratore del quotidiano, e che diventa lo spunto, oltre quarant'anni più tardi, per un libro-inchiesta sul paranormale. Con la collega Sabrina Pieragostini, anche lei appassionata di questi temi, nasce "I misteri della tazzina", un viaggio di due giornalisti curiosi in questo mondo parallelo. Dalla medium che sostiene di parlare con l'anima di Gustavo Rol a quelle che mettono in contatto i vivi con l'Aldilà; dalla sensitiva che dice di vedere gli angeli fino a chi sostiene di aver incontrato gli extraterrestri o mostri terrificanti, passando per le esperienze di premorte, la reincarnazione, i rapimenti alieni e i luoghi demoniaci. Senza preconcetti, senza pregiudizi, ma solo con il desiderio di capire. Prefazione di Andrea Lani.