Tutto andrà bene. Perché il futuro ti salva la vita
Emergenza sanitaria? Non solo, non necessariamente. Anzi, a prescindere. Basta verificare le date. È almeno dal 2012, da quando diede alla luce la prima poesia omonima, che Luciana Landolfi incarna il credo nel "Tutto andrà bene", manifestatosi via via negli anni in altre poesie, articoli di giornale, libri, conferenze, bigliettini distribuiti ad amici quanto a perfetti sconosciuti, Post-it appiccicati in giro per le città. Poi, la coincidenza. Una festa di compleanno con 26 persone, il 22 febbraio 2020, il regalo di un sacchetto-kit per ognuno dei 25 amici di Luciana e l'idea di diffondere il messaggio al mondo, a cominciare dai partecipanti alla festa. Il giorno successivo, l'Italia comincia a chiudere per via della nota emergenza, ma ci sono ancora due settimane, prima dello stop totale, per tappezzare le città con messaggi di speranza. Grazie anche all'impatto sui social e all'attenzione dei media, grazie alla voglia della gente di guardare oltre il dramma, i 26 diventano centinaia, migliaia, milioni; gli striscioni ai davanzali sostituiscono i Post-it diffusi in città. "Tutto andrà bene" diventa il brand dell'Italia anche a livello internazionale. Tutti ne parlano, ne scrivono, i cantanti danno vita a canzoni, gli artisti a disegni e opere pittoriche, i bambini fanno esplodere il Paese dei colori dell'arcobaleno. Luciana Landolfi narra qui, in un racconto agile, sereno, pieno di gioia e di speranza, ancorché molto intenso, l'esperienza lunga una vita che l'ha portata a creare non un movimento, non un modo di pensare (o forse sì), ma certamente un atto poetico collettivo di cui far dono al mondo.