Un carcere, un assalto. Repressione fascista, gappismo
Sono le ore 18.25 del 17 luglio 1944. Sei gappisti penetrano nel carcere veronese degli Scalzi con l'obiettivo di liberare il comunista e sindacalista Giovanni Roveda, lì rinchiuso da alcune settimane. Il blitz riesce, malgrado causi la morte di due protagonisti della Resistenza veronese, i giovanissimi Lorenzo Fava e Danilo Preto. Da quel momento per il fronte antifascista di Verona quella data avrebbe ricordato un evento simbolo: "l'assalto" al carcere di massima sicurezza della Repubblica sociale e la liberazione di un importante leader della Resistenza. Eppure, su scala nazionale, l'episodio è pressoché ignorato. Così come sconosciuta è rimasta la storia del luogo nel quale si è svolto. Uno sguardo ravvicinato sulle carceri giudiziarie degli Scalzi ci consente, per la prima volta, di raccontare tante storie: quella del sistema repressivo fascista, ad esempio, - dato che ospitarono antifascisti di grande fama - così come la drammatica resa dei conti interna al fascismo, poiché vi custodirono i gerarchi che avevano votato l'ordine del giorno Grandi.
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