Lo stato interiore. Il destino di Evola dopo Evola

Lo stato interiore. Il destino di Evola dopo Evola

La vivacità degli studi dedicati a Julius Evola non ha risolto il mistero di quest'uomo che passa per un conservatore anche se nella sua vita non ha conservato niente, portando gradatamente a morire dapprima l'arte, poi la filosofia e infine la tradizione, arse dalla sua individualità che ha la natura della fiamma. Quel che resta, come cenere, è l'ennesima superstitio. Il Barone è diventato persino il "filosofo della libertà", da quando la grazia accademica l'ha piantato sul terzo gradino del podio tutto italiano, accanto a Croce e Gentile. La tigre è stata infine addomesticata o è ancora capace di sorprendere le nostre vite? Alessio de Giglio scommette sulla seconda possibilità, sempre che per comprendere Evola si sia disposti ad andare "oltre Evola", alla ricerca di quella "singolarità non normalizzabile dal logos del tempo presente", come scrive il filosofo Giovanni Sessa nell'introduzione. Senza indietreggiare, se al di là della maschera troveremo un volto sconosciuto.
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