Il pensiero meticcio

Il pensiero meticcio

L’ibridazione culturale non è certo un fenomeno nuovo, ma oggi il suo impatto è crescente e accelerato. Le dimensioni locali si intrecciano infatti con la dimensione globale e tutto confluisce in un calderone planetario che mescola lingue, idee, gusti, usi e costumi. Questa potente spinta sincretica produce un duplice effetto, del tutto speculare: da una parte mostra una pericolosa tendenza all’omologazione e al «pensiero unico» e dall’altra alimenta, in reazione, ideologie fortemente identitarie che vedono qualsiasi mescolanza come una contaminazione. L’idea di meticciato delineata dagli autori, un etnologo e un linguista, si propone al contrario di trovare un’alternativa tanto all’osmosi quanto alla chiusura in nome di un’inesistente purezza. Si tratta di mettere in discussione una certa concezione dell’universalismo, fatta di standardizzazione, livellamento e uniformità, per affermare un pensiero in divenire che, attraverso il confronto e il dialogo, diventi il vettore cosciente di quei mutamenti incessanti che costituiscono l’umano e il reale.
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