Un elefante di nome Wong vaga nella foresta. Piante lussureggianti coprono i resti di antichi insediamenti umani. La civiltà è stata riconquistata da una natura mutante ed ostile. Le ultime baracche ancora in piedi sono corrose, cadenti. Sul sentiero, compare una donnina “vestita di stracci militari”. Wong ha già incontrato altri esemplari della razza umana, tutti invariabilmente sporchi e maleodoranti. “Con ogni evidenza”, rimugina l’elefante, quella donna “viveva immersa nella solitudine, senza attenersi nella minima regola igienica, come spesso accade ai rappresentanti di quella specie”. Wong, dall’alto della sua maestà di elefante, ne ha compassione. Ma non può cedere alla richiesta, l’ennesima, che proviene da quella creatura disperata. Accoppiarsi. Altre stranezze da segnalare al lettore? Una. Il pachiderma non solo pensa ma ha anche il dono della parola. “Non mi accoppio con umani che sanno di sterco”. Questo dice Wong. L’esito del confronto è tragico...
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