La generazione degli anni perduti. Storia di Potere Operaio
Nel maggio del 1973, 50 anni fa, i militanti di Potere Operaio si riuniscono a Rosolina, in provincia di Rovigo. Durante il convegno si consuma la definitiva e totale spaccatura tra la linea di Toni Negri e quella di Franco Piperno, due delle figure più di rilievo del gruppo. Era presente tutto l’apparato illegale di Potere Operaio, il convegno era in semiclandestinità, l’albergatore pensava che si trattasse di una conferenza di ecologisti. La presenza dell’apparato era in parte anche dovuta alla paura di un attacco da parte dei fascisti. Nel frattempo molte esperienze di Autonomia Operaia iniziavano a sorgere nei territori attraverso le assemblee autonome, i comitati di quartiere e collettivi vari che proponevano un nuovo modo di intendere la lotta e mettevano sostanzialmente in discussione le organizzazioni extraparlamentari. Il libro raccoglie le «confessioni» di chi, negli anni e nonostante i numerosi processi, non aveva mai accettato di raccontare la propria militanza politica, anche per evidenti motivi di carattere giudiziario. I protagonisti, tanti e tutti militanti a tempo pieno, hanno accettato di guardarsi dentro e di ripercorrere quel periodo turbolento e drammatico della storia italiana, senza revisionismi e senno di poi, convinti che non tutto sia da condannare o, peggio ancora, da buttare: ci furono un modo di innamorarsi, di diventare amici, di credere e di sperare, di fare politica, di essere antagonisti che non necessariamente coincisero con la lotta armata e le sue successive degenerazioni. Toni Negri, Oreste Scalzone, Franco Piperno e molti altri diventano i protagonisti di un grande racconto corale che attraversa un pezzo importante della storia del secondo Novecento.