Il mistero di Evita. Una storia d'amore e di potere. Un romanzo-verità su uno scandalo internazionale
La favola di Evita Perón e l’illusione populista «Signora, prosegua nella lotta per i poveri, ma sappia che se fatta sul serio questa lotta termina sulla croce.» - Angelo Roncalli, futuro papa Giovanni XXIII, a Evita Perón, 1947 «Con la sensibilità del conoscitore di anime e il rigore dell’uomo di scienza, Giovanni De Plato compone un ritratto mirabilmente sfaccettato e intenso di una delle personalità più stupefacenti del Novecento. Parola di libraio!» - Romano Montroni Buenos Aires, 1° maggio 1952. Dal balcone della Casa Rosada, Evita saluta il popolo adorante incitandolo a proseguire nel cammino che sta facendo grande l’Argentina, non prima di averlo messo in guardia da un pericolo: «Il nemico ci spia e ci ascolta... I traditori della patria sono mescolati a noi». Il presidente Perón la trascina dentro quasi di peso. Teme l’esaltazione di quella ragazzina della pampa che in meno di un decennio è diventata first lady. È atterrito all’idea che il carisma e l’afflato indipendentista della sua amata consorte indispettiscano i poteri forti interni e stranieri che finora lo hanno supportato nell’ascesa. Meno di tre mesi più tardi, Evita muore dopo una misteriosa lobotomia. Affidata a un chirurgo americano, anziché al medico di fiducia che da tempo le sta curando il cancro. De Plato consegna alle voci alternate di Evita, di Perón e del giovane sindacalista Carlos Maiorino il racconto di una parabola gloriosa e di un destino tragico. Un mito che continuamente si rinnova nell’immaginario popolare attraverso film, canzoni, libri.
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