Il ponte tibetano
Cuasso al Monte, provincia di Varese. Nevica. L'aria è freddissima, un vento fastidioso sibila in sottofondo. Altrettanto fa il ponte tibetano. E secondo una credenza popolare ciò è foriero di sventura. Nell'ospedale di montagna, già ex convento dei carmelitani scalzi, chiamato il Deserto, è una notte in cui si susseguono tanti piccoli inconvenienti. Dapprima squilla in corsia un campanello che fa capo all'obitorio, dove non c'è nessuno. Poi, una paziente girovaga per i corridoi, entra nelle camere, si avvicina ai malati che dormono e ne apre a forza la bocca. Infine, viene ritrovato, senza vita, il corpo del primario. A investigare sulla sua morte, la procura invia un abile ispettore di polizia, riservato e di poche parole, dotato della necessaria sensibilità per comprendere la sacralità che il luogo emana. Nel corso delle indagini, incontra una giovane ricercatrice coinvolta in un progetto sperimentale per la ricerca di energia pulita, che ha come oggetto e fulcro un batterio sconosciuto.
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