Il viaggio dell'alba. Storia di Giambattista e dei suoi amici
Giosuè, Ciocorì e Maria Sole, tre adolescenti liceali, si ritrovano un po' per caso, tra uno sciopero e un'assemblea scolastica, nella bottega di un libraio frequentata da un vecchio maestro ormai in pensione. Egli, facendo breccia nella noia e nella confusione dei loro giorni di scuola, lentamente li attrae e conquista, raccontandogli la storia di altri ragazzi vissuti nella Napoli del Seicento, ma come loro alla ricerca di avventure e amori, come loro alle prese con lo studio e i libri. Il maestro sostiene che la storia di Telemaco, Giambattista e Soledad è da lui appresa dalla lettura di un vecchio libro ritrovato nella bottega. L'autore si professa essere addirittura Giambattista Vico che racconta la sua infanzia e i suoi anni di studi e di amori, in questo manoscritto apocrifo, rimasto sconosciuto ai più. Non si tratta infatti della sua ufficiale autobiografia, ma di un libro che pure riporta in forma a volte strana e favolosa episodi o noti o sconosciuti della sua vita di adolescente bruciato dall'amore, dalla gelosia, dalla sete di un sapere che rifiutava forme rigide e scolastiche. La finzione narrativa del manoscritto e la sua lettura nella bottega fanno da base a quello che accade e che travolge le vite dei ragazzi di ieri e di oggi. Telemaco, in un Seicento infuocato e a tratti mitico e favoloso, uccide suo padre; i ragazzi dei nostri giorni, in un presente incerto e senza bussole, ritrovano un bambino tra i rifiuti e sperimentano la violenza e la ricerca, spesso muta, di un senso, di una presenza, che illumini i loro voli feriti di adolescenti. La possibilità di ascoltare una storia, di esserne parte viva permette a Giambattista e ai suoi amici di ieri e di oggi di cominciare il loro viaggio nell'oceano della vita. Di cercare l'alba.
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