Una casa per cinque
Appennino Tosco Emiliano, anni Settanta. Vicino a una centrale elettrica, a fondo valle, ci sono due case solitarie: in una di queste si è da poco trasferito il nuovo capo centrale, Matteo, con moglie e due bambini. Il paese vero e proprio si è sviluppato più in alto, lungo la strada che, in mancanza dell'Autosole, si percorreva per andare da Prato a Bologna attraversando il passo di Montepiano. Vivace e ciarliero, abitato da poco più di seicento persone, tra cui personaggi assai originali tipici di una piccola comunità: il medico solitario che si mormora essere un dongiovanni e la sorella nubile, Anna la giovane sposa tiranneggiata da marito e suocera che però non si arrende, il parroco poco ispirato dalla sua missione, Giulia la bidella sempre col suo fazzolettone nero in testa, il piccolo Marco e la sua mamma a detta di tutti pazza. Il luogo più animato è senz'altro il pozzo col lavatoio, dove le donne si raccolgono la mattina scambiandosi le ultime notizie. Una sera, Matteo rientrando a casa porta con sé un cucciolo simpatico e birichino, Catone, che ben presto diviene uno di famiglia e soprattutto compagno di avventure per i ragazzi. Qualche tempo dopo però, è di nuovo trasferito e si pone il problema di trovare una soluzione abitativa consona anche per Catone. Se la realtà spesso ci costringe a venire a patti con i nostri sentimenti, mai deve impedirci di prenderci cura dei nostri cari siano essi persone o animali.
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