Lo svago bianco
È una giungla sociale la Milano odierna. È la Milano che emargina, nasconde, la Milano che non si vede perché troppo vista, nascosta in chiaroscuri dietro quella laboriosa e profumata dei saloni e dei locali alla moda, dei grandi cartelloni pubblicitari che offrono modelli di vita impossibili; è la Milano che corre, che inciampa, che non si ritrova; è la Milano borderline delle piccole tragedie umane narrate dalla cronaca quotidiana, cui prestiamo poca attenzione derubricandole a voyerismo, ma in realtà sineddoche di un disagio sempre più diffuso che ci guarda e riguarda da vicino con gli occhi di adulti immaturi e di ragazzi maturati troppo in fretta. È una Milano popolata da tossicodipendenti, che non fanno più notizia, da ludopatici, ragazzi squillo, cuori solitari e anime perse, verghianamente uniti dalla sconfitta sociale. Dieci racconti, dieci storie, dieci protagonisti che riportano uno sguardo disincantato, realista, a volte grottesco, ma sempre con quel grammo di amore e poesia addosso su tutto questo. Milano è il palcoscenico, la luce è quella dei lampioni, delle insegne al neon dei locali notturni; poi compare la luna, curiosa, sadica, patibolare spettatrice e giudice silente a illuminare le piccole grandi tragedie urbane di questa parte di umanità abbandonata a se stessa.
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