Non era la volta
È il 1834, Niccolò Ripa scrive dal carcere di Modena in attesa di essere giustiziato dopo aver partecipato alla sgangherata spedizione mazziniana in Savoia. Riappaiono nella sua mente figure lontane: uno zio arciprete di Grottaferrata, l'enigmatica Rossa, le avventure picaresche nella Napoli occupata dai francesi, il titanico Gabriele Pepe, l'insopportabile Lamartine, i balordi al seguito di Murat; e poi la Roma della Restaurazione, Byron a Piazza del Popolo, il giovane d'Azeglio che predica la rivoluzione tirandosi indietro all'ultimo momento; i moti del '21, l'esilio in Moravia e, più tardi, in una Firenze dove la coppia Leopardi-Ranieri non è un segreto per nessuno. Sembra una vita trascorsa a guardare gli altri, a lasciarsi trascinare senza troppi pensieri dalla corrente. Ma è il finale a restituire un senso ai giorni perduti.
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