Una primavera in America

Una primavera in America

La Statua della Libertà, per coloro che attraversano l’Atlantico, è il miraggio di un mondo nuovo. Qui le città crescono senza limiti. Sembra di vivere in un’Europa amplificata, ipertrofica, ma le tracce del vecchio continente sono appena riconoscibili. Il popolo americano è diverso: vuole far soldi, comprare, consumare e acquistare ancora; a teatro come al cinema chiede solo evasione e leggerezza. Roda Roda visita gli Stati Uniti nel 1923 e, nel suo stile di cronista e umorista, compone questi appunti di viaggio. Lascia l’America «entusiasta» ma non mancano, nel resoconto, incredulità e pregiudizi. L’America qui rappresentata, svuotata del proprio mito, pare echeggiare in un articolo apparso nel 1947 su «l’Unità», a firma di Cesare Pavese: «Non era un altro Paese, un nuovo inizio della Storia, ma soltanto il gigantesco teatro dove con maggiore franchezza veniva recitato il dramma di tutti».
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