La nuova Europa. Il punto di vista slavo
Sicuramente tra i maggiori leader democratici della prima metà del Novecento, Tomás G. Masaryk contrappone la libertà delle «piccole nazioni» al centralismo delle «vecchie monarchie», e legge il desiderio di indipendenza dei popoli alla luce della «futura organizzazione federativa dell'Europa». Nella temperie di una guerra non voluta ma subita, racconta la storia della Boemia e auspica la creazione di uno Stato dei cechi e degli slovacchi. Come in Mazzini, vi è in lui l'interpretazione democratica dell'autocoscienza nazionale, ancorata agli ideali di solidarietà e tolleranza, in netta contrapposizione ai contenuti razzisti e imperialisti presenti all'epoca, ben lontani dallo scomparire nel mondo d'oggi. Opera di largo respiro che risente appieno delle idealità scaturite dal conflitto mondiale, La Nuova Europa appare come necessario antidoto a ogni preteso particolarismo e quale risposta a ritorni autoritari e a nuovi despoti. Presentazione di Koloman Gajan; Introduzione, postfazione e cura di Francesco Leoncini, con la commemorazione di Benedetto Croce.
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