Annacuccù
Quanto ci si può fidare dei grandi? E quanto a lungo si può resistere alle ingiustizie senza ribellarsi? Cosmo ha undici anni e un diario a cui raccontare quel che succede nel mondo. La vita di Riosogno. Gli analfabeti che vengono a farsi leggere le lettere di chi se n'è andato lontano. La mamma che vorrebbe mandarlo in collegio a studiare, per allontanarlo dalle fatiche della montagna e perché non diventi come suo padre. Luce, la ragazzina con la quale inizia a scoprire delizie e turbamenti dell'amore. E i dispiaceri dell'amico Maggio, che ha smesso di parlare e non ha più ricominciato. Finché due eventi sconvolgono Riosogno. Il sindaco-padrone, Isso, corrotto e prepotente con i concittadini, fa deviare il corso del fiume lasciando senza lavoro il mulino, la segheria, la cartiera e cancellando una civiltà millenaria. Segue il disastro del terremoto, che distrugge il paese, con Isso che impedisce ai suoi avversari e alle loro famiglie di riavere una casa. Ma si avvicinano le elezioni. Cosmo osserva il suo papà e gli amici che dicono di volergliela "far pagare". Dicono che le vinceranno loro le elezioni. E parlano, parlano, ma nei fatti si rivelano degli incapaci. Cosmo comincia a pensare che su di loro non si può contare. Che le chiacchiere dei grandi non bastano per sistemare i conti con Isso. Che serve un gesto di ribellione. Per ridare speranza e coraggio a chi non ne ha.
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