All'antica. Una maniera di esistere
«Duccio Demetrio tesse un elogio elegante e accorato dell’antico, equivalente per lui alla « fortuna di sapersi cresciuti dai fantasmi di chi mai conoscemmo». Una sorta di categoria, pronta all’uso e al riuso, dello spirito; un continuum mentale e culturale che connette e ricama le epoche. Antico non nel senso di conservazione, regressione, tradizionalismo stantio. Piuttosto un’eredità da raccogliere e perpetuare per mitigare certi eccessi e derive della contemporaneità» - Maurizio Di Fazio, Robinson Scriveva Leopardi nelle Operette morali: «Un uomo fatto all'antica» è un uomo «dabbene e da potersene fidare». Oggi questa immagine virtuosa è andata smarrendosi. Attribuire tale qualità morale a qualcuno può significare accusarlo di essere un conservatore, se non un reazionario. Nel migliore dei casi, si è tacciati di non stare «al passo con i tempi», di non saperne vedere i vantaggi. Questo libro mostra invece che l'essere all'antica implica alcune delle nostre qualità migliori. Fra queste, la sensibilità per le memorie personali e altrui, per la conoscenza storica, per virtù e valori che paiono dimenticati. E poi, si è tali per modi di fare, parlare, desiderare, non volti nostalgicamente al passato ma orientati a sentimenti in controtendenza, ostili verso ogni forma di volgarità. Piuttosto propensi alla pratica della lealtà, della generosità, dell'amicizia. L'essere all'antica, su cui il libro sfata i pregiudizi più frequenti, arricchisce e non sminuisce il nostro modo di esistere. Per non vivere di solo presente e non esserne troppo contagiati.