La disgrazia

La disgrazia

Nell'infanzia di Francesco c'è un episodio innominabile, che tutti in famiglia - ancora dopo sessant'anni - chiamano «la disgrazia». La custode del segreto è anche la persona meno disposta a parlarne, sua madre, che a più di novant'anni viene colpita da un ictus e rimane immobilizzata a letto. Francesco sa che è l'ultima occasione per ricostruire una verità ormai impalpabile come un brutto sogno, persa tra i falsi ricordi di bambino. Dalle poche parole che la madre riesce a sussurrare riaffiorano delle immagini: un'Italia che esce dalla guerra con le ossa rotte ma che promette benessere; le immisurabili borgate romane che ogni giorno mangiano un pezzo di campagna; un incontro illuminante con Pasolini; una famiglia, la loro, che ambisce a entrare nella piccola borghesia, ancora imbevuta di bigottismo e pregiudizi. La verità può essere solo intuita, immaginata. Forse non è lei la "colpevole" ma suo padre, o Francesco stesso, o nessuno. Forse l'esercizio della memoria non dev'essere un'ossessione, e può servire a perdonare e perfino a dimenticare.
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