Diario dal ghetto di Varsavia
Con uno scritto di Samuel D. Kassow Negli anni terribili che portarono allo sterminio degli ebrei polacchi, Emanuel Ringelblum, studioso e attivista politico, riuscì a creare una rete clandestina per raccogliere documenti e testimonianze dentro le mura del Ghetto di Varsavia. Questo prezioso archivio – più di trentacinquemila fogli nascosti in contenitori per il latte, sepolti tra le macerie – ci mostra come la persecuzione nazista sia penetrata, disfacendola, nella vita delle comunità ebraiche prima ancora che nei campi di concentramento: dalla disgregazione familiare alla precaria economia di contrabbando, dalla cancellazione dello stato di diritto alle delazioni, agli slanci di umanità. Fino alla rivolta che segnerà la fine del Ghetto e dei suoi abitanti. Osservare, annotare, tramandare erano allora una forma necessaria di resistenza, uno dei fronti su cui occorreva lottare. Ringelblum usò carta e penna come armi in un’eroica e disperata guerra per la memoria; il suo archivio è divenuto un simbolo di resistenza culturale.