Ballata per i dispersi
«Ballata per i dispersi» nasce dal bisogno, furioso forse, di una fondazione, di "un'ora prima" da cui tutto ricominciare. Nasce dalle scelte, perlopiù non scelte, che ci illudiamo di aver fatto, quando invece siamo stati troppo docili verso le nostre stesse paure, senza opporre quasi mai una volontà, una capacità di capire, di sapere, come un resistere al di là di tutto, malgrado tutto. Lino, il protagonista, a un certo punto della sua vita individua l'origine di un malessere. Contro un sentirsi mal posto verso la sua vita, cerca il punto in cui tutto cominciò e da cui forse può prendere vita un nuovo inizio. Un'illusione, perché nel computo delle ore canoniche della Chiesa cattolica "l'ora prima" non coincide con l'inizio del giorno, anzi, non esiste proprio. Il giorno è già da sempre iniziato... Come spesso capita, la vita offre la sua salvezza, il suo dono di senso, nei suoi punti più ostici, quelli più ostili, ignorati volutamente, o anche solo per distrazione. E qui è la memoria di generazioni passate forse troppo velocemente, di qualcosa, di una parola sulla bocca di tanti, ma che non si radica più in nessuna terra, a portare la salvazione. La terra del ricordo è la Sicilia, detta "lontana", perché più lontana forse dell'Australia, e più vicina della stessa vena giugulare. E questo il punto che Lino troverà con maggior fatica. Ed è contro questa fatica che il mondo dona la sua seduzione.
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