Dove va la democrazia? Scenari dalla crisi
Questo breve saggio tratta della crisi della democrazia. L'idea da cui muove è che all'origine di questa crisi stia uno scontro, insorto circa cinquant'anni fa, che ha radicalmente ridisegnato la stratificazione sociale e gli immaginari individuali. La tesi di Barcellona è che la crisi della democrazia viene da una mutazione antropologica, che investe i pensieri e le prassi, ridetermina la cifra quasi prepolitica delle relazioni sociali, che alle molteplici solidarietà della società di un tempo sostituisce una universale singolarizzazione, una individualizzazione di massa, che produce in ciascuno una percezione di sé astratta dalle proprie condizioni di esistenza e lo rende "impolitico" e, perciò, "irrappresentabile". Nel domani di una tale società non ci può essere, allora, che una democrazia singolare. Una democrazia che, sul versante della politica, produce disincanto e rancore per fronteggiare i quali può solo consegnarsi a crescenti divaricazioni tra governo e società. E che, coniugandosi con la rivoluzione economica della tecno scienza, produce già, e sempre più produrrà, una società divisa, dove gli inoccupati e i precari rischiano di essere confinati in una nuova riserva sussidiata proprio perché non aspirino più a lavorare. Se si vuole sottrarre la democrazia a questo scenario occorre chiedersi se e immaginare come la società possa tornare a pensarsi politicamente e a organizzare in conseguenza la propria rappresentanza, e dunque come si retrocede o si oltrepassa la singolarizzazione, dalla quale dipende, e nella quale propriamente consiste, la sua crisi.
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