Giangiacomo Feltrinelli. Un omicidio politico
Nel marzo del 1972, dopo la nuova incriminazione di Freda, Ventura e Rauti da parte dei magistrati veneti, l'editore milanese Giangiacomo Feltrinelli ritornò nel mirino dei burattinai delle strategie della tensione e della provocazione, coperti dai settori delle Istituzioni interessati a ridar vigore alla pista rossa per la strage di piazza Fontana del 12 dicembre 1969. Le perizie compiacenti dei tecnici nominati dal Tribunale e i ripetuti depistaggi dell'Arma dei carabinieri e dei servizi segreti impedirono agli inquirenti di individuare la natura dolosa dell'esplosione che gli aveva tolto la vita sotto il traliccio n. 71 di Segrate, provocata da un orologio-timer manomesso da Berardino Andreola (alias Gunter), un fascista della RSI travestito da maoista. Successive sentenze pilatesche avallarono la tesi dell'incidente fortuito, consentendo alla DC di giocare con successo la carta degli opposti estremismi alle elezioni politiche del 7-8 maggio 1972 e spalancando le porte agli anni di piombo. Prefazione di Guido Salvini.