Ramo
Omar non c'è più, ma il suo fantasma è ancora qui. Veglia dolcemente su Altea, la ragazza di cui si era innamorato senza riuscire a dichiararsi. Cosa impedisce alla sua anima di smettere di occuparsi delle vicende dei vivi? E cosa blocca Altea dal vivere serenamente la propria vita? Il primo graphic novel di Silvia Vanni, un racconto toccante di due solitudini che si incontrano. «Mi chiamo Omar e, come avrete capito, sono morto. Adesso però questo nome non mi appartiene più veramente. Sono il riflesso di Omar. Per cui, potete chiamarmi Ramo.» Omar suonava il pianoforte, ma ora è morto. Eppure... la sua anima non ha perso coscienza di sé, vede ancora i vivi. Come mai? Che abbia a che fare con l'enorme dolore che prova Altea, che ha appena perso il fidanzato in un tragico incidente? In che modo il decesso del giovane è legato alla morte di Omar, e alla sua incapacità di lasciar andare le vestigia della sua vita ormai terminata? Una giovane donna che non vuole più vivere e un uomo che non accetta di essere morto; potranno guarirsi a vicenda? Difficile a dirsi, soprattutto ora che Omar non è che un pallido riflesso della persona che era, e forse anche per questo lo potete chiamare... Ramo.