Vita dentro

Vita dentro

Erano passati quasi dieci anni dal suo primo giorno di detenzione. Dopo dieci anni, il primo permesso premio. Di tre giorni. Dieci anni dentro a un carcere. E Domenico era, invece innocente. Lo gridava da anni nelle aule giudiziarie, ma nessuno lo ascoltava. A dire il vero nessuno aveva voluto ascoltare nemmeno tre collaboratori di giustizia che spontaneamente lo avevano totalmente scagionato dall'accusa di duplice omicidio per cui scontava 21 anni di galera. Dietro le sbarre, irreprensibile come quando viveva la sua vita semplice fatta di mare, amici e dell'amore per sua madre. Adesso, dopo dieci anni, avrebbe potuto riavere tutta per sè per ben tre giorni, i tre giorni più belli dell'anno: a Natale. Dopo dieci anni, Domenico esce dal carcere, varca la soglia accompagnato dalla pacca benevola dell'agente di guardia, e si avvia verso il momento, atteso, sognato e sperato da tremila giorni. Si incammina e si dirige verso un bar. In tasca ha una manciata di gettoni che gli servono per telefonare a qualcuno che lo venga a prendere. Nel bar c'è un telefono pubblico, Domenico si avvicina con i gettoni in mano, lo guarda, lo scruta, non riesce a capire: dov'è la gettoniera? Come si fa a telefonare senza gettoni? Che razza di diavoleria è mai quella? Il barista, intanto, lo osserva da dietro al bancone e ci mette poco a realizzare che quello con i gettoni in mano è un galeotto, sputato fuori come da una macchina del tempo dal vicino carcere, chissà dopo quanti anni. Si avvicina, si fa dare i gettoni e gli restituisce una scheda telefonica: "Adesso puoi chiamare", gli dice. "Ma quanto sei stato dentro?"
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