La civetta cieca

La civetta cieca

Scritta negli anni '30 del '900 mentre l'autore era in esilio volontario a Parigi e in Persia si consolidava il potere del contestatissimo shah Reza Pahlavi, "La civetta cieca" è riconosciuta come l'opus magnum di Sadeq Hedayat. Il romanzo poté essere pubblicato in Iran solo nel 1941, dopo l'abdicazione del sovrano, e suscitò scandalo nella società persiana. Un'opera visionaria e di potente sottigliezza, dall'atmosfera oscura e insieme magnetica, in cui suggestioni simboliste ed echi kafkiani si mescolano all'esistenzialismo francese, alla cultura indiana e alla magia della grande tradizione letteraria persiana. Fra realtà e allucinazioni indotte dall'oppio, un miniaturista di portapenne racconta la sua tragica storia, il suo tormento, il suo desiderio di oblio. Seducente, intrigante e fortemente introspettiva, la scrittura di Hedayat avvolge il lettore in una spirale che lo trascina in un vero e proprio stato di ipnosi.
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