A occhi chiusi e orecchie tese

A occhi chiusi e orecchie tese

"Il poeta non possiede le parole, ne è preda. E più che delle parole è preda del sentire che in quelle parole vive e canta, urla o sussurra. La poesia porta dunque fragilità perché ci rende vulnerabili: più sensibili, più esposti, più permeabili al mondo. Può fare irruzione dentro di noi nei momenti più insoliti e meno opportuni: mentre stiamo entrando nella doccia o prepariamo il pranzo; quando stiamo per addormentarci o mentre abbiamo commissioni urgenti da compiere." (Dall'introduzione dell'autrice)
Al momento non disponibile, ordinabile in 3 settimane circa

Dettagli Libro

Libri che ti potrebbero interessare