Il rosso di Ponsacco. La storia di Adriano Lombardi, dalla Valdera a San Siro
Per gli appassionati di calcio meno fanatici il nome di Adriano Lombardi viene associato alla vicenda di un documento di identità misteriosamente sparito prima di un Milan-Avellino, stagione 1978-1979, oppure, più tristemente, a quello dell'ennesimo sportivo da aggregare alla penosa lista delle vittime del morbo di Lou Gehrig. Eppure Adriano Lombardi è stato soprattutto uno di quei fuoriclasse di provincia capaci di illuminare l'erba dei campi da gioco meno celebrati dai media, ma forse proprio per questo teatri di scontri più accesi e veraci. Un protagonista del calcio degli anni Settanta, capace di portare classe ed eleganza in categorie da corsa e pedate negli stinchi, improvvisi guizzi di luce su ghiaccio e fango. Un esempio di personalità, rigore e carattere tanto da guadagnarsi la stima e il rispetto di compagni, avversari, tifosi e allenatori. E se il Partenio porta oggi il nome di quel "Rosso" partito dalla lontana Ponsacco un motivo ci sarà.
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