Assettiti ca ti cuntu 'na rumanza
Questo libro nasce dallo smisurato attaccamento dell'autore al suo paese, Sant'Agata d'Esaro, ai personaggi, agli eventi, alle sue piazze, alle sue "vinelle". È la sua vita pensata in dialetto santagatese. "Ritengo il dialetto - scrive in premessa Carmine Arcuri - la lingua madre, il linguaggio più adatto al recupero delle radici di una comunità, l'espressione più autentica dell'anima di un popolo. Ho ripercorso gli anni come un film alla moviola, per avere la possibilità di riavvolgere la pellicola del tempo e condividerla. Ho riassaporato il senso dell'amicizia, della condivisione, della semplicità, della sincerità, del dovere e della famiglia. Ho riascoltato le voci che animavano il paese. Ho rivisto i volti di persone che non sono più. Sono stato inondato da profumi e odori antichi, coniugati e musicati nella loro lingua originaria. Non è malinconia la mia. Nostalgia, sì. Né triste, né canaglia, ma ristoratrice di un passato che, attraverso il racconto, può legare alle nostre radici le nuove generazioni". Il libro contiene quattordici "rumanze" che trasudano di età eterna, scritte in dialetto santagatese e tradotte in italiano.
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