Ci chiamavano le mosche
«Un racconto da leggere e da rileggere per trovare le risposte, un'avventura indimenticabile per credere nel più grande dei doni, il libro» - Milena Minelli, Tuttolibri Una voce di bambina che racconta. Li chiamano le mosche, ma i loro veri nomi sono ben più belli: insieme formano una piccola banda di ragazzini e ragazzine che si muove sullo sfondo di un pianeta semidistrutto, dopo l'avvento del Lampo Blu. Ad abitarlo solo gente bizzarra. L'obiettivo che le mosche condividono è quello di sopravvivere con il piccolo commercio di oggetti che ogni giorno trovano, ronzando sull'Ararat, la loro montagna di rifiuti. Ogni reperto che emerge diventa merce di scambio per avere del cibo: prima ai maschi e poi alle femmine, se avanza. Oppressi dal potere dei più grandi, questi bambini passano di mano in mano e da mercante a mercante per vendere al giusto prezzo l'oggetto misterioso che Poubelle ha portato in superficie. Che cosa sia, a cosa serva nessuno sembra saperlo. Eppure quei quattro non mollano e attraversano intere regioni per giungere alla grande città, dove incontrano gente strana che commercia in anime, ruba o imbroglia. Ciò nonostante arrivano a scoprire che si tratta di un bene senza prezzo, che qualcuno più saggio di altri colleziona con cura in una biblioteca. Quel tesoro che è stato disseppellito dai rifiuti è un libro, un romanzo: I tre moschettieri di Dumas. Le sue pagine saranno palestra su cui impareranno la difficile arte del leggere. Ma come sempre accade, i libri straordinari cambiano la vita. E anche qui non si fa eccezione. E il loro domani si svela migliore del loro ieri. Età di lettura: da 6 anni.