Un libro politico, e non solo per la denuncia ai disastri ambientali ma, e forse ancor più, politico nel senso che insiste sul modo in cui ci si relaziona all’altro e agli altri, a sé stessi e al corpo (nostro e altrui). Perché, al netto di tutto, è con il corpo che ci muoviamo nel mondo. C’è questo aspetto molto fisico tra queste pagine, aspetto che è ciò che permette di suonare, di vivere, di essere creature concrete e, proprio per questo, di avere bisogno di essere riconosciuti. Chissà che il rispetto anche per l’ambiente non passi attraverso questo riconoscimento. Gran libro che si regge anche su una bella scrittura, sobria, dolente e viva, suadente ma anche roca come la voce di un narratore che fuma...
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