Viaggio fantastico
Opera surreale, onirica e fantastica dove il Sapienza sveste i panni di serio studioso di filosofia e si addentra nei territori della fantasia catapultandosi e catapultandoci in uno strano mondo popolato di barbagianni, trilobiti, basilischi, dèmoni cinocefali e altre strane e losche creature. In linea con la più degna tradizione letteraria, il libro si apre con una curiosa lettera all'editore, firmata da un tal Pierluigi Marpa, il quale confessa di aver ricevuto in consegna il manoscritto diversi anni prima e spiega che l'autore originario risulta disperso a Estremadura o in una non meglio precisata e malsana periferia boliviana in compagnia di una certa maga Dolores Apasionada. Fatte le dovute correzioni e sottoposta l'opera a due autorevoli lettori-cavia (la gatta Azzurrina e il piccolo Cirillo di 6 anni), si è finalmente convinto a tentare di dare una più ampia pubblicazione a quel testo che definisce come un "viaggio mistico e avventuroso dall'al di qua del Reale all'al di là dei misteriosi e indefiniti territori della fantasia conoscitiva e dell'esperienza onirica... un viaggio al quale non so se abbiano contribuito gli stimoli, ferali e feraci, di sostanze psicotrope e allucinogene". Un viaggio in un'al di là pauroso e a tratti disgustoso e raccapricciante e dal quale non sarà facile tornare senza aver prima interpretato criptici messaggi e superato inverosimili prove.
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