Lama triangolare
Scrittore d’azione per vocazione, Mino Milani ha privilegiato qui il susseguirsi degli scarni fatti di cronaca: quelli dei gelidi e cupi mesi di febbraio e marzo del 1851 nella suggestiva cornice di una Pavia silente e nebbiosa.«È una bella signorina, e anche disinvolta, signor commissario. Doveva vederla come camminava per la strada. Non ha paura di nessuno, quella.»Melchiorre Ferrari è alle prese con due spietati delitti. Tra la morte dell’usuraio Domenico Bianchi pugnalato in un vicolo a Pavia e quella del garibaldino Doriano De Marchi, avvenuta tre anni prima durante la battaglia di Morazzone, non v’è alcun apparente legame. Indagando sull’assassinio del Bianchi, Ferrari raccoglie attonito una serie d’indizi dai quali sembra emergere che ad uccidere sia stata un’identica arma.
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