Perché non possiamo non dirci animali
L'"ambiente naturale" dell'uomo non è solo il contesto fisico nel quale ogni individuo è situato fin dagli albori della sua esistenza, è anche il suo stesso corpo, la struttura neurobiologica che lo fa percepire e pensare, il suo DNA, perché tutto ciò è stato gradualmente costituito dall'ambiente naturale, e ne fa parte integrante a tutti gli effetti. Come del resto ne fa parte integrante la sua cultura, il suo ambiente sociale, la cui influenza si esercita nei modi più diversi, e anche tramite le svariate istituzioni (famiglia, stato, religione, scuola) in cui cultura e ambiente sociale si articolano. Questo libro racconta e illustra le molte conseguenze dell'ovvia realtà espressa dal titolo: da quelle biologiche e sociologiche, a quelle filosofiche e morali. Senza mai perdere di vista l'assunto iniziale, ossia che noi uomini siamo animali, a tutti gli effetti, una specie animale fra le innumerevoli altre. Ebbene, il principale risvolto pratico della nostra piena appartenenza al regno animale è che non siamo noi, in nessun istante, gli artefici del nostro destino, perché non siamo noi, mai e poi mai, i veri responsabili dei nostri pensieri, delle nostre emozioni, dei nostri comportamenti. Perché il regno animale esiste nell'universo e, come ha mirabilmente detto Democrito, "tutto ciò che esiste nell'universo è frutto del caso e della necessità".
Momentaneamente non ordinabile