Centrismo: vocazione o condanna?

Centrismo: vocazione o condanna?

Ritorna il dialogo tra Norberto Bobbio e Augusto Del Noce sulla politica italiana del dopoguerra, su fascismo, antifascismo, azionismo e ruolo della DC, il partito del centro e "dei ceti medi". "La radice del "centrismo" come medicina-placebo per curare un bipolarismo malsano e la natura del "ritardo" con il quale stiamo arrivando all'alternanza politica tra due schieramenti democratici e contrapposti": queste le chiavi di lettura proposte da Lorella Cedroni - curatrice del volume - per discutere gli scritti del filosofo cattolico, qui preceduti da una riflessione di Norberto Bobbio. "Non può esserci oggi libertà senza una forza politica di mediazione", scriveva Del Noce subito dopo la Liberazione, ponendo una questione che ritorna continuamente sulla scena. "Politica difficile - chiosa Bobbio, che pure mai rinuncia alla distinzione dei ruoli di destra e sinistra -, ma anche l'unica possibile in un'età di ricostruzione morale, culturale e politica dopo la catastrofe del fascismo, se non si vuol ricadere nei vecchi errori". E poi, in fin dei conti, "il programma (DC) di una democrazia sociale... non era poi molto diverso da quello del Partito d'azione". Colpiscono l'attualità e l'utilità delle idee che attraversano queste pagine per riflettere sui meccanismi di quella trasformazione bipolare che - scrive Andrea Romano nella prefazione - "fatica a essere digerita da una parte significativa delle nostre culture politiche".
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