Nel restauro. Progetti per le architetture del passato
In cosa consiste quella forma di progetto chiamata restauro, rivolta soprattutto - ma non solo - alla conservazione delle architetture esistenti? E come può, il restauro, essere un progetto, se il suo primo scopo è contrastare i mutamenti radicali di una architettura, e se finalizza a questo tecniche e inventiva? II volume propone un alveo allargato, non esaustivo, di contenuti e pensieri anche in contrasto tra loro; indica strade per scegliere tra di essi e farne il fulcro del progetto conservativo. Osserva interventi compiuti come esito di traiettorie progettate - pensate e mirate, dunque - per architetture delle quali si è cercato di comprendere il senso e il peculiare carattere. Non coltiva la superiorità di un'idea di restauro sulle altre, ma osserva le soluzioni di cui ciascuna è capace quando posta di fronte a una data architettura. II restauro di una casa cittadina, di una villa di Andrea Palladio o di un castello a rudere, la ricostruzione di un grande monumento distrutto dal terremoto così come il riutilizzo di un antico convento, sono narrati con scritti e immagini nel loro farsi, prima nel progetto e poi nel cantiere, per ricostruire il tessuto di motivazioni e di scelte che hanno portato a ciascuna, diversa realizzazione. Architetture del passato anonime o celebri, grandi o piccole, il cui mutamento necessario è stato governato allo scopo di riacquisirle, ancora come architetture, al nostro presente. Il testo propone il progetto di restauro come la via dei flussi tra pensare e operare sulle costruzioni antiche. Con approfondimenti esemplificati, delinea un percorso formativo entro un quadro di insieme delle diverse capacità e letture che al restauro concorrono, utile agli studenti che frequentano i corsi dei nuovi ordinamenti di Architettura, nei quali la brevità didattica costringe sovente a scegliere tra formazione di una consapevolezza storico-teorica, sviluppo del progetto e addestramento alle tecniche di conoscenza e di intervento. Vuole anche proporre a chi già lo pratica, e a quanti nella società civile cercano di capirne il senso, una immagine laica del restauro, di passione per la sorte delle architetture del passato sostenuta da razionalità, che non si fa scudo delle teorie, delle tecniche e degli specialismi che pure elabora e utilizza.