Manifesto per la metropoli Nordest
"Mi venne da dire che ero stato in cima al Summano e avevo visto l'America. L'America avevo visto, altro che Venezia! Avevo visto che era tutto un irradiarsi, un connettersi, un toccarsi, un riempire. Addio paesi, addio campagne. Come a Los Angeles, dissi, tra un po' di tempo. Era "ancora" presto. Probabilmente. Ma ormai era fatta: ancora fabbriche, ancora case, ancora negozi, ancora strade, ancora lavoro, ancora "schei". Chiese, no. Basta". Il Nordest è proteso verso questo modo di "vivere". Buttato giù da un mondo che non c'è più, da un piccolo mondo antico consegnato ad oblio e musei, scivola, corre verso la "città infinita". Eppure il Nordest è ancora in tempo a fermare la corsa, ad arrestare lo scivolamento. Il "policentrismo" è la bestia nera della grande livellatrice. Ha impedito la metropoli. Ha impedito ogni forma metropolitana qui a Nordest. Può essere, nel suo velleitarismo, seppellito nella "città infinita". Ma la può mettere in crisi e può disegnare un altro vivere.
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