Architettura e committenza nella Napoli del Quattrocento. Ediz. illustrata
Il 26 febbraio 1443 Alfonso d'Aragona faceva il suo ingresso trionfale nella città di Napoli, inaugurando circa sessant'anni di regno della casa aragonese. La costruzione del grandioso arco all'ingresso di Castelnuovo, cominciata dal nuovo sovrano nel 1453 e completata da Ferrante I, e il rinnovamento urbanistico progettato e in parte realizzato da Alfonso II, tra il 1485 e il 1495, sono stati considerati finora i principali eventi artistici della Napoli del secondo Quattrocento. Concentrandosi soprattutto sulle opere commissionate dalla famiglia reale, la maggior parte degli studi ha finito per tralasciare il contributo dell'élite urbana allo sviluppo del nuovo linguaggio rinascimentale ispirato all'antico. Ciò è all'origine del pregiudizio storiografico secondo cui l'attività in campo artistico delle famiglie nobili del Regno sarebbe stato irrilevante di fronte a quella del re, e che i meccanismi di committenza di sarebbero sviluppati a Napoli lungo linee di gran lunga più semplici rispetto a quelle di altri centri italiani, come Firenze, Venezia e Roma. Esistono invece alcune architetture del Quattrocento napoletano, per lo più riconducibili alla famiglia Carafa, che risultano innovative, rispetto, non solo al contesto napoletano, ma anche all'intero panorama architettonico peninsulare.
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